Psicofarmaci per l'Ansia: Quando e Come Integrarli con il Sostegno Psicologico a Padova.
- urbanialberto4
- 2 gen 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 6 giu 2024
Studio di Psicologia e Psicoterapia a Padova e Online - dott. Alberto Urbani

Gli psicofarmaci sono utili per l'ansia? Quando dovremmo integrare il sostegno psicologico con gli psicofarmaci? Quali sono gli effetti collaterali e quando è meglio smettere? In questo articolo, condivido tre consigli derivati dalla mia esperienza clinica con persone che soffrono d'ansia, sull'uso degli psicofarmaci.
I disturbi d'ansia, come attacchi di panico, ansia generalizzata e fobia sociale, sono tra i motivi più comuni per richiedere un percorso psicologico. Una rapida ricerca su internet rivela quanto siano frequenti questi problemi. Fortunatamente, il sostegno psicologico e la psicoterapia possono efficacemente aiutare le persone a superare queste difficoltà. Ma quando è necessaria l'integrazione farmacologica?
Comprendere l'Ansia
Definire l'ansia in modo univoco è complesso. Ogni individuo vive l'ansia in modo unico, quindi preferisco parlare di stati di ansia piuttosto che di ansia. Questi stati possono essere brevi o costanti, caratterizzati da forte attivazione fisiologica e preoccupazioni incessanti. Possono includere pensieri e immagini spaventose o scenari futuri indesiderati, con sintomi fisici come aumento del battito cardiaco, mancanza d'aria e sudorazione a freddo.
Terapia Farmacologica: Quando e Come Funziona?
Dal punto di vista farmacologico, l'ansia viene alleviata con ansiolitici, come le benzodiazepine. Questi farmaci riducono l'eccitabilità del sistema nervoso e l'attivazione fisiologica, creando una sensazione di sonnolenza e calma.
Ti starai chiedendo: se gli ansiolitici riducono l'ansia, perché dovrei limitarne l'uso e a cosa serve lo psicologo?
Limiti degli Psicofarmaci
Spesso usiamo "cervello" e "mente" come sinonimi, ma i loro funzionamenti non coincidono. Il cervello è la parte biochimica e biologica della mente, che invece è fatta di idee, emozioni, immagini e sensazioni, ed è profondamente legata alle relazioni sociali. Gli psicofarmaci agiscono sul cervello, ma l'ansia è primariamente un problema della mente, legato alle aspettative e paure identitarie. Il trattamento farmacologico può facilitare il lavoro psicologico, ma non sostituirlo.
Gli psicofarmaci modificano la chimica del cervello, ma non aiutano a comprendere e modificare i significati attribuiti alle situazioni che causano ansia. Non ci aiutano a capire come l'ansia preserva i nostri valori identitari più profondi, né a cambiare il nostro modo di interagire con il mondo e con noi stessi. Pertanto, non dovremmo demonizzare gli psicofarmaci, ma usarli con consapevolezza.
Tre Consigli per l'Uso Consapevole degli Psicofarmaci
Dai al Farmaco un Ruolo Circoscritto nel Tempo:
L'uso prolungato di ansiolitici, oltre le 4 settimane, può portare a dipendenza. Assumili solo quando necessario e per brevi periodi, in accordo con un esperto di salute mentale.
Usa il Farmaco solo in Situazioni Estremamente Invalidanti:
Prima di assumere farmaci, consulta un professionista della salute mentale. Ti aiuterà a capire se puoi migliorare la tua situazione senza il supporto farmacologico.
Affianca Sempre il Farmaco a un Percorso Psicologico:
I farmaci possono essere una stampella che ti aiuta a camminare e intraprendere un percorso psicologico. Il cambiamento duraturo avviene lavorando sulla mente, non solo sul cervello.
Conclusione
Questi tre consigli ti aiuteranno a fare un uso più consapevole degli psicofarmaci. Molte persone che si affidano esclusivamente ai farmaci rischiano di aggravare il problema, aggiungendo alla difficoltà dell'ansia la dipendenza dal farmaco, il senso di fallimento e l'impotenza.
Gli psicofarmaci possono facilitare il raggiungimento degli obiettivi psicologici in situazioni di ansia estremamente invalidante, ma è fondamentale affiancarli sempre a un percorso psicologico. Se hai bisogno di sostegno a Padova o Online, contattami per un consulto.
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